La notte scorsa ignoti hanno
affisso uno striscione di protesta sulla recinzione esterna
della casa del sindaco di Pordenone, Alessandro Ciriani, reo, a
loro avviso, di non aver partecipato a una manifestazione che
celebrava il centenario delle giornate antifasciste del
quartiere di Torre di Pordenone.
A raccontare quanto accaduto è stato lo stesso primo cittadino
sui canali social: "Questa mattina, alle 7.20, sento suonare il
campanello. Sono i Carabinieri e subito penso a una disgrazia -
è la premessa -. Tranquillizzo i miei genitori molto anziani,
svegliati anche loro. Corro ad aprire, angosciato: i militari,
gentilissimi, mi accompagnano fino ad un tratto della recinzione
di casa, quella esposta alla strada, dove campeggia un grande
striscione. Il testo? Il sindaco fascista e la resistenza bla
bla... Eccoli qui i sinceri democratici e antifascisti e
antirazzisti e 'anti quello che vi pare' che, a corto di idee e
a ridosso della campagna elettorale, non trovano di meglio che
togliere dalla soffitta il peggior nostalgismo anni '70".
"Antifascisti? - prosegue Ciriani - In realtà, un grumo violento
e intollerante della peggiore sinistra. Questo gesto, volendo
usare lo stesso esasperato armamentario politico della sinistra
cittadina, non è una vigliacca intimidazione? Non è comunicare
che "sappiamo dove vivi"? Non è come quando i nazisti segnavano
con vernice le case degli ebrei? Nella loro testa bacata è così
ma io preferisco trattare il fatto come esercizio di imbecillità
totale e spero che sia corale e senza distinguo la condanna. Non
tanto per il gesto in sé - conclude il primo cittadino - quanto
per aver svegliato e spaventato due anziani malati, due bambini
e sporcato una casa privata".
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