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Mafia: intimidazioni per controllo fiera Bibione, arresti

Mafia

Mafia: intimidazioni per controllo fiera Bibione, arresti

Operazione Dia Trieste per estorsione nei confronti di ambulanti

TRIESTE, 15 settembre 2021, 08:53

Redazione ANSA

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Nove ordinanze cautelari in carcere sono state eseguite in Veneto e Friuli Venezia Giulia, da personale della Direzione Investigativa Antimafia e del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria di Trieste. Gli arrestati devono rispondere, a vario titolo, di diversi episodi di estorsione aggravata dal metodo mafioso, per avere costretto con reiterate condotte intimidatorie numerosi commercianti ambulanti friulani e veneti a non esercitare la propria attività imprenditoriale e al fine di impedire il regolare svolgimento di una nota manifestazione fieristica a Bibione (Venezia).
    L'attività è coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Trieste. Secondo gli investigatori, lo scopo era riuscire a ottenere un diretto controllo delle attività economiche e condizionare così il libero mercato e lo sviluppo economico e sociale della località turistica.
    In alcuni episodi sono state organizzate spedizioni punitive con armi nei confronti di chi non sottostava alla egemonia imposta dal capo del gruppo criminale anche in altre manifestazioni fieristiche del litorale friulano-veneto.
    Sono ancora in corso perquisizioni con l'ausilio di uomini e donne dei Reparti territoriali della Polizia, dell'Arma dei Carabinieri e della Guardia di Finanza, nonché dai militari dell'8/o Reggimento Genio Guastatori di Legnago nei luoghi nella disponibilità delle persone indagate nelle province di Udine, Venezia e Pordenone.
   

Mafia: intimidazioni fiere; trovati 100 mila euro e armi
TRIESTE, 15 SET - "Pensare che parliamo di intimidazioni mafiose in un ambiente sociale così modesto ci fa un po' sensazione. In generale leggendo le cronache si pensa a grossi gruppi imprenditoriali che devono venire a patti o a importanti funzionari pubblici. Il fatto che ci sia anche in ambienti come questo porta a un velo di inquietudine perché vuol dire che potrebbe essere dappertutto e parliamo di una regione in cui ci ostiniamo a voler credere che non ci sia nessuna penetrazione degli ambienti criminali". Lo ha detto il Procuratore capo di Trieste Antonio De Nicolo, durante un incontro a Trieste in merito all'indagine della Dia e Guardia di Finanza del capoluogo giuliano che ha portato alla luce un meccanismo di estorsione aggravata dal metodo mafioso attuato da un gruppo di persone, alcuni già in passato contigui a un sodalizio criminale camorrista, attivo in Friuli Venezia Giulia e Veneto orientale, nell'ambiente dei venditori ambulanti. "E' un'indagine importante - ha sottolineato De Nicolo - perché è la prima volta, a mia memoria, a Trieste che un giudice riconosce l'esistenza dell'aggravante del metodo mafioso" nelle fasi preliminari.

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