"Lo ius soli sarebbe un passo
avanti molto importante: una delle cose più importanti per i
ragazzi di origine straniera è essere visti, essere
riconosciuti". Ne è certo Lilian Thuram, che ha presentato in
anteprima a Pordenonelegge "Il pensiero bianco" (ADD edizioni).
"Il discorso è tornato di moda grazie alle Olimpiadi perché,
quando non sei bianco, vieni valorizzato solo nel momento in cui
servi. Per essere accettato, in un mondo di razzismo e di
sessismo, devi essere per forza bravo, devi dare costantemente
il massimo. E appena sbagli una volta, è finita. Le donne lo
capiscono più in fretta: si trovano a loro volta in una
situazione di disuguaglianza. L'uomo bianco, invece, non è
abituato a porsi determinate questioni perché essere un uomo
bianco è visto come la normalità", ha detto l'ex della Juventus.
"La chiave per lavorare davvero contro il razzismo è cambiare
il proprio punto di vista - ha proseguito l'ex calciatore
francese, campione del mondo e d'Europa -. Una metafora che mi
piace usare è quella della Terra rotonda come un pallone da
calcio: non ha un verso. All'inizio del libro ho voluto inserire
un planisfero capovolto rispetto a come le persone sono abituate
a vederlo: ed infatti, ogni volta che faccio un incontro nelle
scuole, i bambini mi dicono 'Ma è storto!'. Eppure, chi lo ha
stabilito? È tutta una questione di acquisire nuove
prospettive".
"Chi secoli fa ha creato una gerarchia con i bianchi al
vertice, per motivi chiaramente economici, era solo una
minoranza: ma se racconti una bugia per cento anni, essa diventa
la verità. Chi controlla la comunicazione, anche e soprattutto
al giorno d'oggi, controlla la mente delle persone" ha concluso.
"E chi invece di schierarsi rimane neutrale - e questo purtroppo
capita spesso anche nello sport, con i calciatori bianchi che
non parlano per i loro compagni neri e non li difendono dalle
tifoserie - sta dalla parte delle discriminazioni".
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