Una mostra multimediale di
pittura, musica e percezione olfattiva, che indaga per la prima
volta in Francia la personalità e l'arte di Leonor Fini. A 25
anni dalla morte della pittrice surrealista, ma anche
costumista, scenografa, illustratrice e scrittrice di fama e
frequentazioni internazionali, la mostra 'Leonor Fini. Memorie
triestine', organizzata dall'Istituto italiano di cultura di
Parigi, propone dal 7 ottobre al 4 novembre 2021 una rilettura
inedita della personalità e della creatività dell'artista
(Buenos Aires 1907 - Parigi 1996), analizzando il suo rapporto
con la città d'origine della madre, Trieste.
Il vernissage è in programma mercoledì alle 18 nella sede
dell'Istituto italiano di cultura di Parigi. L'allestimento,
realizzato in collaborazione con PromoTurismoFvg, è ideato e
curato da Marianna Accerboni.
Leonor Fini arrivò a Trieste all'età di un anno e vi rimase
fino ai 20 anni. Attraverso una sequenza di testimonianze per la
maggior parte inedite e rare (disegni, dipinti, acquerelli,
incisioni di Leonor, porcellane decorate e bozzetti per le
stesse, documenti, libri, affiche, lettere, foto, video
interviste) l'esposizione rivela oltre al risvolto più intimo e
privato della Fini, anche un approfondimento sul clima culturale
della Trieste del Novecento. Una città cosmopolita, sospesa tra
pensiero mitteleuropeo e suggestioni italiane, dove Leonor visse
nella casa materna, sempre in compagnia di un gatto, che sarebbe
divenuto poi il leitmotiv principe della sua arte. La sua
personalità si formò così a stretto contatto con quel colto
milieu internazionale e d'avanguardia che connotava la città
all'epoca, nel cui contesto la giovane pittrice ebbe modo di
frequentare coetanei, che sarebbero divenuti famosi a livello
mondiale. Tra questi, per esempio, Gillo Dorfles, Arturo Nathan,
Italo Svevo e Umberto Saba.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA