Dai diritti al lavoro alla scuola,
passando per la sanità, fino alla protesta contro il green pass.
Sono questi i temi che hanno portato in piazza i rappresentanti
dei sindacati Usb, Usi e Cobas, tre delle 14 sigle che in tutta
Italia hanno dichiarato lo sciopero nazionale per la giornata di
oggi proclamato già lo scorso agosto. L'agitazione riguarda
uffici, scuola e trasporti. A Trieste si è unito anche il
movimento anarchico e il Comitato per il ritiro di qualunque
autonomia differenziata ovvero contro il disegno di legge sul
regionalismo.
Circa mille persone si sono unite in un corteo che da piazza
Goldoni è partito alle 10.50 in direzione via Carducci e
proseguirà - "in modo pacifico" hanno sottolineato più volte gli
organizzatori - verso piazza Libertà, le Rive e corso Italia,
per poi tornare in piazza Goldoni. È schierato un imponente
numero di forze dell'ordine.
"Questo sciopero vuole mettere al centro il lavoro - ha
specificato Sacha Colautti, coordinatore principale di Usb - Il
governo Draghi ha rimosso completamente la crescita economica di
questo paese, mettendo al centro non i lavoratori ma l'impresa.
Siamo qui anche per il rincaro delle bollette aumentate del 40%
e lo sblocco dei licenziamenti in piena pandemia. Sono necessari
investimenti in sanità, sicurezza e investimenti". "Si aggiunge
la questione del green pass - continua il sindacalista - per noi
non è uno strumento che, calato nel contesto lavorativo, è utile
a limitare i danni della pandemia. Critichiamo la misura nel
merito. Devono esserci altre scelte: i datori devono assumersi
la responsabilità di applicare le misure di distanziamento, che
ora non sono al centro a causa dell'applicazione obbligatoria
del Green pass. I tamponi devono essere a carico dell'azienda".
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