"Mi congedo dal festival con la
netta percezione che mi trovo di fronte a un lungo e meticoloso
lavoro che ha formato una generazione di lettori, giovani
compresi. E questo mi ha lasciato stupefatto: la sensibilità
dimostrata dai ragazzi che ho incontrato a Dedica ci dice quale
straordinario capitale umano rischiamo di buttare via
intontendoli di cose decerebrate". Lo ha detto lo scrittore e
giornalista Paolo Rumiz, facendo un bilancio della 27/a edizione
del festival Dedica organizzato dall'associazione culturale
Thesis e conclusosi ieri a Pordenone.
"Ho avuto inoltre la conferma - ha aggiunto - che la
provincia italiana sa dare molto di più delle grandi città. Né a
Roma né a Milano avrei percepito una simile densità di presenze
e attenzione, tanto meno a Trieste, la mia città, che è
conosciuta nel mondo per i suoi scrittori ma non ha un evento
letterario all'altezza".
Il festival, dedicato all'opera dello scrittore, ha
registrato - spiegano gli organizzatori - oltre 7 mila presenze
agli eventi di ottobre e alle anteprime; inoltre sono stati
1.700 gli studenti (ragazzi e bambini) coinvolti, 130 mila le
persone che hanno visto un contenuto di Dedica sui social
(Facebook Twitter, Instagram, Youtube), 7 mila gli accessi al
sito web nel periodo del festival.
"Un bilancio più che positivo - afferma il presidente di
Thesis Antonino Frusteri - al di là degli ottimi numeri,
soprattutto in un periodo ancora difficile".
Nel 2022 il festival tornerà in primavera, dal 5 al 12 marzo,
e il protagonista sarà un autore straniero, "nell'ottica, come
sempre - precisa il curatore artistico del festival, Claudio
Cattaruzza - di aprire al pubblico nuovi orizzonti".
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