- BRUXELLES, 27 OTT - All'Ue chiediamo "vicinanza e aiuto con
fatti concreti, perché si faccia verità e giustizia per nostro
figlio. Fare verità e giustizia per Giulio significherebbe anche
aiutare il popolo egiziano". Così la mamma di Giulio Regeni,
Paola, che oggi col marito Claudio e la legale, l'avvocato
Alessandra Ballerini, hanno portato al Parlamento europeo la
testimonianza sulla mancanza di rispetto dei diritti umani in
Egitto. "In tutti questi anni abbiamo sentito solo parole e
poche azioni, mentre singoli Paesi procedono secondo i loro
interessi. Chiediamo un supporto con azioni oltre che con
parole", ha aggiunto Claudio.
"In Egitto c'è una situazione molto preoccupante per i
diritti umani, e questo è stato chiaramente denunciato sia
dall'Onu che dall'Ue. Noi abbiamo fatto un esposto contro il
governo italiano, per la violazione alla legge 185/90, che vieta
la vendita di armi ai Paesi che violano i diritti umani. Questo
non viene rispettato praticamente da nessuna nazionale Ue o
extra", ha aggiunto il padre di Regeni. Mentre la moglie Paola
ha evidenziato: "La procura di Roma ha un'autopsia di oltre 260
pagine su Giulio e questa è la testimonianza più grande che
possiamo offrire sul mancato rispetto dei diritti umani".
"L'impunità" per il sequestro, la tortura e l'omicidio di
Giulio Regeni, "è intollerabile e traumatizzante e non può
essere definitiva", ha detto la legale della famiglia Regeni al
Parlamento europeo, ricordando che la Corte d'Assise ha deciso
di non procedere in assenza degli imputati, e sollecitando ad
ottenere l'elezione di domicilio dei quattro accusati. "Come è
stato anche scritto nella decisione della Corte d'Assise - ha
sottolineato l'avvocato Ballerini -, non c'è stata nessuna
collaborazione da parte dell'Egitto. Non si può più avere
fiducia nei confronti di un regime che promette e poi agisce in
modo completamente diverso". Quella in Corte d'Assise "è una
battuta d'arresto ma non può essere definitiva - ha proseguito
il legale -. Chiediamo agli ambasciatori dell'Ue, alle
Istituzioni europee e al Parlamento europeo, di fare tutte le
pressioni possibili in ogni singolo incontro con le autorità
egiziane, per avere le elezioni di domicilio dei quattro
imputati" e che questo sia "subordinato a qualunque altro
affare. Non c'è affare che possa tenere di fronte all'impunità
per chi sequestra, tortura e uccide".
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