"Non vale ridurre le emissioni a
ridosso dell'obiettivo 2050, così è un mantra fallace. Bisogna
invece agire da subito. Perché conta la traiettoria con cui si
arriverà al 2050, altrimenti sarà più difficile il traguardo".
Lo ha detto il climatologo Premio Nobel Filippo Giorgi
all'incontro "COP26: da Glasgow al Friuli Venezia Giulia, gli
effetti del cambiamento climatico sul nostro mare", organizzato
da Regione Fvg assieme ad Arpa Fvg e Ogs a Trieste alla presenza
dell'assessore regionale alla Difesa dell'Ambiente Fabio
Scoccimarro.
L'obiettivo quindi, secondo il responsabile della Sezione di
Fisica della Terra del Centro Internazionale di Fisica Teorica,
va attuato gradualmente, il che vuol dire ridurre ad esempio
"del 3% all'anno le emissioni: così rispetteremmo l'Accordo di
Parigi", specifica l'esperto, che si definisce abbastanza
pessimista nei confronti del documento che uscirà da Glasgow:
"Sono tante promesse - ha detto a margine dell'incontro - che
abbiamo già visto in passato e che non sono state mantenute.
Servono impegni maggiori che devono essere attuati da tutti i
Paesi, in primis India, Cina e Russia, che dovranno mettere in
atto politiche di green economy". Giorgi ha anche snocciolato
alcune soluzioni per andare incontro al cambiamento climatico
riducendo le emissioni di gas serra: "Decarbonizzare ed
elettrificare il sistema energetico, premere l'acceleratore su
un'economia circolare e a chilometro zero, ridurre gli sprechi
alimentari e gli allevamenti intensivi oltre a progettare la
riforestazione e prima ancora sarebbe cosa buona bloccare la
deforestazione".
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