Il Tribunale di Pordenone ha
deciso il non luogo a procedere nei confronti di tre attiviste
della Rete Solidale e di nove richiedenti asilo rinviati a
giudizio "per aver occupato nell'inverno 2017 un parcheggio
cittadino e aver dato riparo, cibo, coperte, a più di 60
migranti, rimasti esclusi dall'accoglienza". Lo rende noto la
Rete Diritti accoglienza solidarietà internazionale del Friuli
Venezia Giulia.
"Leggeremo le motivazioni dell'importante sentenza -
commentano i volontari - che riconosce come non sia possibile
lasciare all'addiaccio, in una situazione di marginalità e
dimenticanza, degli esseri umani. È evidente che essa dimostri
l'assoluta pretestuosità delle accuse rivolte agli imputati. Se
l'obiettivo iniziale dei giudici inquirenti era dimostrare
l'illiceità della solidarietà umana, o peggio intimidire le
persone che assumono responsabilità individuali verso chiunque
si trovi in condizioni di bisogno, in assenza di iniziative
istituzionali dovute, questo intento è fallito".
La Rete fa quindi riferimento alla mobilitazione della
società civile: stamattina davanti al Tribunale si sono riunite
un centinaio di persone, che con coperte e cartelli hanno
testimoniato "come parti diverse ed eterogenee della città si
siano sempre espresse a favore dell'accoglienza, partecipando a
campagne di raccolta viveri e generi di conforto, anche
ospitando in sedi di partiti e associazioni o in case private,
per alcune notti, i migranti".
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