Il Tribunale dei minori di Trieste
ha attribuito a una donna, "anche a prescindere dal dissenso
paterno", il potere di "esprimere il consenso alla
somministrazione del vaccino" alla figlia adolescente, che
peraltro aveva espresso intenzione di farlo. La ragazza dunque,
che non ha ancora 14 anni, potrà vaccinarsi, e con l'assenso
della madre, diversamente dal parere del padre, che non era
d'accordo. I genitori sono separati.
La sentenza del Tribunale risale al 5 novembre, la vicenda
alle settimane precedenti, quando l'adolescente, che pratica
sport, aveva espresso l'intenzione di vaccinarsi per proseguire
più agevolmente nell'attività. La madre aveva espresso parere
favorevole mentre il parere contrario. La famiglia è dunque
ricorsa al Tribunale il cui Collegio ha sentito la ragazza
ricavandone l'idea che la volontà di quest'ultima "non può del
resto non essere valorizzata, tanto più considerandone età e
maturità raggiunta". Inoltre, il Giudice non ha "ravvisato segni
di manipolazioni o condizionamenti altrui" e la disponibilità a
vaccinarsi è stata motivata dalla ragazza "non solo per ragioni
di comodità - in relazione alle specifiche attività sportive
svolte - bensì anche ritenendolo utile, e non pericoloso,
essendosi altresì informata sul punto, e quindi dichiarando di
non aver dubbi e di essere 'convinta' di volersi vaccinare".
Il Giudice ha anche citato il parere del Comitato nazionale
di Bioetica, secondo il quale in caso di contrasto tra genitori
e figli, "l'adolescente deve essere ascoltato da personale
medico con competenze pediatriche e che la sua volontà deve
prevalere".
Riproduzione riservata © Copyright ANSA