"Come andrà a finire la
pandemia? Nessuno al momento è in grado di dirlo. La partita
contro il virus Covid 19 è ancora in corso, e il 90° è piuttosto
lontano. Stiamo giocando minuto per minuto e stiamo affinando le
strategie per vincere. Ma serve l'impegno di tutti e in
quest'ottica la parola chiave è 'solidarismo'". Lo ha affermato
il presidente dell'Istituto Superiore di Sanità, Sivio
Brusaferro, al R-evolution festival in corso al Teatro Verdi di
Pordenone.
"Gli ospedali, dove le terapie intensive si stanno ancora
riempiendo, sono istituzioni fondate, dal 1400 in poi, come
luoghi "ospitali" preposti a garantire la salute ai più poveri e
fragili - ha aggiunto - su questo spirito e su una logica di
mutuo supporto è fondato il Servizio sanitario nazionale, in
Italia. Lo stesso spirito che deve adesso caratterizzarci nelle
scelte che tutti siamo chiamati a fare per affrontare la
pandemia. Vaccinarsi, quindi, come un atto di responsabilità per
sé e per la comunità".
In generale, ha aggiunto, le previsioni sulla pandemia "sono
difficili da fare, ma gli scenari futuri dipendono dai nostri
comportamenti: se in Italia la curva di crescita del contagio è
relativamente più contenuta che nei Paesi confinanti, è perché
siamo un Paese che ha copertura vaccinale più elevata".
Per quanto riguarda poi la pillola anti-Covid, questa "non è
uno strumento alternativo al vaccino: sono due logiche diverse e
complementari. Solo attraverso l'immunizzazione sappiamo che
mettiamo un freno al contagio del virus e facciamo regredire
l'epidemia, mentre la pillola agisce quando il virus è entrato
nell'organismo e si sta riproducendo. La terza dose permetterà
di mantenere elevata la copertura immunitaria. Basterà? - ha
concluso - per ora nessuno può dirlo, forse le 3 dosi possono
essere il ciclo che immunizza per un tempo lungo, o potranno
servire dei richiami, l'acquisizione delle evidenze scientifiche
sulla copertura è in corso".
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