Una fiaba dal meccanismo antico
dello scambio di ruoli - lui diventa una lei e lei una lui -
trasposta nel mondo contemporaneo, ambientata in una scenografia
di grattacieli e di un gigantesco albero, con una musica di buon
livello dalla vena costante del Maestro Nicola Piovani, che cita
i grandi compositori italiani, e saltella dal tango al jazz, al
blues. Molto adatta anche a una produzione cinematografica. E'
'Amorosa presenza', la prima opera lirica di Piovani, sul podio
a dirigere.
L'opera, in due atti, che poggia sul libretto di Nicola
Piovani e Aisha Cerami, ispirato dall'omonimo romanzo di
Vincenzo Cerami, padre di Aisha, ha debuttato al Teatro Verdi di
Trieste in prima mondiale assoluta. La regia è di Chiara Muti,
figlia del Maestro Riccardo.
Un ragazzo, Orazio, e una ragazza, Serena, innamorati l'uno
dell'altra ma troppo timidi, si travestono rispettivamente in
donna e uomo per trovare il coraggio di conoscersi, affrontarsi.
Lo scambio dei ruoli è un meccanismo apparentemente semplice,
comunque efficace e di raffinata intelligenza nel teatro antico
come in quello scespiriano. Decontestualizzato e catapultato
negli anni contemporanei non diventa fiaba, ma una scatola degli
attrezzi narrativi che ha fatto un viaggio nel tempo.
Bravi i cantanti: il tenore giapponese Motoharu Takei
(Orazio), che ha sostituito in corsa Tommaso Testo, la soprano
Maria Rita Combattelli (Serena); il mezzosoprano Aloisa
Aisemberg (Tata), il baritono William Hernandez (Tutore) e il
basso Cristian Saitta (l'Albero). Scene di Leila Fteita; luci di
Vincent Longuemare.
Lunghi applausi al termine. Si replica fino al 29 gennaio.
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