Ha agito con "sistematicità e
reiterazione, in Friuli e poi anche in Veneto". E, una volta
scoperta, non ha mai dato una spiegazione e neppure chiesto
scusa. Sono le ragioni per cui il procuratore aggiunto di Udine,
Claudia Danelon, ha chiesto la condanna a 9 anni e 6 mesi per
Emanuela Petrillo, l'ex assistente sanitaria di Spresiano
(Treviso), accusata di avere finto di iniettare i vaccini a
centinaia di bimbi, tra 2009 e 2017. Lo riporta il sito del
Messaggero Veneto. L'udienza è in corso davanti al tribunale
collegiale di Udine presieduto da Paolo Milocco.
La Petrillo, che, difesa dall'avvocato Paolo Salandin, non si
è mai presentata in aula, è accusata di peculato, omissione
d'atti d'ufficio e falso, in relazione alle sedute vaccinali
effettuate al distretto di Codroipo, e a San Daniele e Udine,
dal 2009 al 2015, e all'Ulss 2 di Treviso, dove si trasferì e
lavorò fino al giugno 2017, quando fu denunciata e licenziata
per giusta causa.
Lo scorso autunno Petrillo è stata condannata dalla Corte dei
conti, sezione giurisdizionale per il Friuli Venezia Giulia, al
pagamento di 550 mila euro a favore dell'Azienda sanitaria
universitaria Friuli centrale (Asufc). La Procura aveva stimato
un danno erariale per oltre 660 mila euro, poiché sulla sanità
regionale sono gravati i costi di "una complessa attività
rimediale, sostanzialmente finalizzata all'esecuzione di nuove
somministrazioni vaccinali nei confronti della popolazione
infantile ritenuta interessata dal disservizio".
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