La Procura della Repubblica di
Pordenone ha notificato l'avviso di conclusione delle indagini
preliminari nei confronti di un gruppo di cittadini albanesi,
ritenuti responsabili di numerosi furti in danno dei punti
vendita di un noto marchio di abbigliamento, commessi in centri
commerciali di tutto il territorio nazionale.
La Squadra Mobile della Questura di Pordenone ha scoperto
l'esistenza di un sodalizio criminale composto da 9 persone, di
cui cinque donne e quattro uomini, dedite al cosiddetto
"trasfertismo delittuoso": i nove, alternandosi in gruppi, una
volta raggiunta l'Italia vi permanevano per circa dieci giorni,
durante i quali, muovendosi a bordo di autovetture prese a
noleggio, raggiungevano vari punti vendita del marchio e
portavano via numerosi capi, del valore di migliaia di euro,
occultandoli all'interno di carrelli della spesa muniti di
dispositivi antitaccheggio.
A poco più di un mese dall'esecuzione dei provvedimenti di
fermo, agli indagati sono stati ora notificati gli avvisi di
conclusione delle indagini: sono stati contestati 36 furti
commessi in tutto il territorio nazionale, tra settembre e
dicembre, in danno dei punti vendita; a essere colpiti sono
stati principalmente quelli situati nel Nord Est ma anche a
Ravenna, Chieti, Teramo, Civitanova Marche e Campobasso.
Si è poi accertato che la merce trafugata, una volta giunta
in Albania, veniva messa in vendita dalla moglie di uno degli
arrestati all'interno dei punti vendita dello stesso marchio a
Tirana, Durazzo e Valona gestititi proprio dalla donna. Per
questo i due coniugi, ritenuti i capi dell'organizzazione, sono
stati indagati anche per l'ipotesi di reato di auto riciclaggio
in concorso.
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