"Sono molto felice di ricevere
questo importante premio. Sergio Amidei, nella classifica degli
sceneggiatori italiani del dopoguerra e non solo, rappresenta
probabilmente il numero uno. E il fatto di averlo così tanto
apprezzato e conosciuto, rende questo premio ancora più
gradito". Lo ha detto il regista Pupi Avati stasera a Gorizia
per il Premio Opera d'Autore "Sergio Amidei" 2021.
"Ricordo di aver cenato con lui una volta a casa Tognazzi,
seduto al suo fianco - ha aggiunto -. C'erano anche personaggi
del calibro di Marco Ferreri, Elio Petri, Mario Monicelli, e a
capotavola c'era proprio lui. Questo fa capire quanto era
considerato non tanto da me, ma dal mondo del cinema italiano.
Quello che diceva Sergio Amidei era la Costituzione", ha
concluso.
Oltre la consegna del riconoscimento, anche l'incontro
pubblico moderato dal critico cinematografico e giornalista Gian
Paolo Polesini in occasione del quale è stato presentato "L'alta
fantasia" (ed. Solferino, 2021) il nuovo romanzo di Pupi Avati
che consegna al lettore l'opera di tre vite: l'incontro
inaspettato attraverso i secoli tra un regista e scrittore e due
maestri della cultura italiana, Dante Alighieri e Giovanni
Boccaccio.
Annunciato lo scorso luglio in occasione della sessione
estiva della 40a edizione del Premio "Sergio Amidei", il Premio
Opera d'Autore 2021 è stato attribuito con la seguente
motivazione: "A Pupi Avati, cineasta e scrittore che ha
attraversato con i suoi lavori 60 anni di storia cinematografica
italiana esprimendosi sempre con grande autonomia artistica e
sviluppando un vero e proprio universo personale. Narratore
della società italiana, fra tradizione e modernità, tra cultura
rurale e urbana, ma anche sperimentatore di generi diversi e
grande scopritore di attori. Autore generoso, mai esausto, di
opere sempre nuove in termini narrativi e la cui longeva
carriera non finirà di stupirci".
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