"Non credevo che lo scoppio di
una guerra reale in Europa fosse possibile, ma in Russia dieci
anni fa ho conosciuto diversi ufficiali dell'esercito che
parlavano di impero sovietico, di com'era prima e della
possibilità che rinascesse dalle sue ceneri". Parola di Mathias
Énard, autore francese protagonista della 28/a edizione del
festival Dedica di Pordenone.
"Noi europei non abbiamo voluto credere al possibile ritorno
della violenza della guerra. Abbiamo sbagliato a pensare, anzi a
sperare che la guerra non sarebbe potuta tornare", ha aggiunto.
"In questi giorni ho pensato spesso a Vasilij Semënovič
Grossman, grande scrittore russo nato in Ucraina la cui madre fu
uccisa dai tedeschi durante la Seconda guerra mondiale" ha
raccontato Énard. "Il suo capolavoro 'Vita e destino' è la
storia di lui che ritorna in Ucraina dopo la guerra. Vedendo le
distruzioni di questi giorni mi sono reso conto che l'Ucraina è
stato uno dei paesi più devastati anche durante la Seconda
guerra mondiale, proprio per mano della Germania nazista, e oggi
è Putin a dire che gli ucraini stessi sono nazisti".
"È molto triste: aleggia una sensazione quasi medievale da
fine del mondo. Fra epidemia, guerra e altre catastrofi stiamo
vivendo davvero tempi terribili", ha concluso l'autore francese.
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