A causa dello scoppio del conflitto,
le imprese del terziario Fvg (che costituiscono il 66% del
totale) si aspettano una possibile riduzione dell'11% dei ricavi
per l'impatto della nuova crisi, in particolare gli operatori
dei trasporti e della logistica.
Sul versante dell'energia, già a fine 2021 si era assistito a
un rialzo dei prezzi dei fornitori,ma ora l'82% delle imprese
lamenta, dalla fine del 2021, un incremento dei prezzi dei
servizi di energia elettrica e gas. A pesare, oltre all'aumento
dei costi delle materie prime ed energetici, sono anche i costi
praticati dai fornitori della logistica (il 63% dichiara che
sono aumentati). Gli effetti della guerra rischiano di inasprire
la situazione e oltre il 60% degli operatori si aspetta un
incremento del costo delle materie. Peggiora la situazione della
liquidità delle imprese del terziario e cala lievemente la quota
di imprese che si recano in banca per chiedere credito e
diminuisce anche la quota di risposte positive. Desta
preoccupazione la "durata" del prestito: le imprese temono di
non riuscire a ripagare il debito nei tempi pattuiti. Dati di
Bankitalia sul credito concesso al terziario del Fvg evidenziano
un incremento dell'ammontare dei prestiti in essere rispetto al
periodo pre Covid, anche se in flessione negli ultimi mesi 2021.
L'ammontare dei prestiti al novembre 2021 è di 5,5 miliardi
(+270 milioni +5%, sul pre Covid). Dai dati dell' Osservatorio,
risulta che l'andamento della stagione invernale dei saldi non
soddisfa i due terzi dei commercianti del Fvg in termini di
affluenza dei clienti nei negozi, e il 68% dei commercianti dice
di avere incassato meno rispetto ai saldi invernali 2021.
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