Le dodici persone coinvolte, a
vario titolo, nella sparatoria avvenuta la mattina del 4
settembre scorso nella centrale via Carducci, hanno chiesto di
patteggiare la pena. Si tratta di dieci persone agli arresti
domiciliari controllate elettronicamente attraverso un
braccialetto e di due in carcere - Fatmir Bajrami e il cittadino
afgano Shahem Oriakhil - tutti comunque legati in qualche modo
alla famiglia di origini kosovare Islami. Lo scrive il
quotidiano Il Piccolo stamani in edicola.
Il pm titolare dell'inchiesta, Chiara De Grassi, ha accolto
la richiesta e il gup Luigi Dainotti ha fissato per mercoledì 13
aprile l'udienza in Camera di consiglio per decidere se
accogliere o rigettare la richiesta.
Anche le persone offese, sette, sono di origini kosovare: sei
sono della famiglia Krasniqi e una della famiglia Morina; tutte
difese dall'avvocato Giovanni Di Lullo. Il quotidiano Il Piccolo
precisa che a una di queste è stata asportata la milza, un'altra
è stata colpita da un proiettile al dorso, un'altra ancora alla
caviglia, e altre due agli arti.
Sugli imputati pende l'accusa di tentativo di omicidio
plurimo pluriaggravato e/o di lesioni personali volontarie
plurime e pluriaggravate. A seconda delle posizioni, gli
imputati hanno chiesto di patteggiare una pena a quattro anni,
otto mesi e 15 giorni di reclusione (per il tentato omicidio e
le lesioni, con la concessione delle attenuanti generiche
equivalenti alle contestate aggravati), a due anni e sei mesi e
a due anni e quattro mesi.
L'aggressione del 4 settembre è stato l'ennesimo episodio di
violenza in una escalation di scontri tra le due famiglie,
dovuta all'aggiudicazione degli appalti di cantieri edili in
città.
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