(di Francesco De Filippo)
PAOLO PICHIERRI, "IL DIAMANTE DI
GRADO" (LEG, pp.138 - 14 euro)
La descrizione dell'ex commissario e celerino Vincenzo
Salvati - in fulminante e caustica sintesi - arriva nelle ultime
pagine: un "fiuto di straordinario investigatore impiantato in
un corpo di celerino e abbinato a un'onestà personale e genetica
assoluta era stata la migliore garanzia di insuccesso nella
vita". Eppure sarà proprio lui a risolvere un difficile caso,
affrontato privatamente in una formale e ricchissima famiglia.
E' "Il diamante di Grado", l'ultimo lavoro di Paolo Pichierri,
ma il suo primo giallo.
L'autore, dopo varie pubblicazioni di temi filosofici, si
cimenta con il difficile ambito del giallo: una fatica premiata,
la trama non intricata ma tanto meno banale tratteggia con
precisione più ed eterogenee personalità, e il libro scorre
senza intoppi, semplice. Proprio come la vita a Grado, l'Isola
del Sole, una virgola della Bassa Friulana legata alla
terraferma da un lungo ponte che si spinge nella Laguna di
Marano. Qui Tante, ricca e anziana vedova di Onkel Walter, ha
ereditato dal marito una fortuna immobiliare e alberghiera che
gestisce con rigore ed etica asburgici, oltre e "governare" i
quattro nipoti (due donne e due maschi) tanto diversi tra loro.
Eppure, proprio nel placido paradiso dell'Isola, così distante
geograficamente e culturalmente dal frastuono delle cronache,
una notte qualcuno ruba un prezioso del valore di tre milioni e
cerca di soffocare la giunonica zia.
Grazie all'acume di Salvati - che seppur cieco "vede"
attraverso gli occhi del suo ex braccio destro Branko Jankovic -
in un susseguirsi di veloci colpi di scena nella ristrettissima
cerchia di sospettati individuerà chi ha rubato il diamante.
Qualche ingenuità nella conduzione delle indagini e qualche
tratto moralistico sono controbilanciati dalle intelligenti
mosse dell'ex commissario, dai personaggi costruiti molto bene e
dalla formazione dell'autore che amalgama coralmente tante voci
in un crescendo modulato con mestiere. E funziona la diarchia
Tante-Salvati: così diversi, vivono immersi in ambienti ovattato
e solenne lei, orgogliosamente semplice da impiegato dello Stato
lui. Eppure qualcosa di ben saldo li accomuna, li avvicina e
favorisce una fiducia reciprocamente totale.
Pichierri aveva scritto questa storia per un radio giallo
che era andato in onda anni fa per la regia di Mario Mirasola. A
distanza di tempo l'ha ripresa e riadattata trasformandolo in un
libro giallo.
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