Determinare le differenze di
reazione alla micro gravità del corpo femminile rispetto a
quello maschile. E' l'obiettivo dell'esperimento Nutriss che
sarà condotto dall'Università di Trieste nel corso della
missione Esa "Minerva". Dopo aver monitorato l'attività
metabolica degli astronauti Luca Parmitano e Matthias Maurer nel
corso delle precedenti missioni, il team triestino guidato da
Gianni Biolo ripeterà le analisi su Samantha Cristoforetti. Si
tratta, spiega l'ateneo, delle prime indagini di questo genere
condotte su un organismo femminile.
"Il progetto Nutriss monitora il metabolismo muscolare
sottoposto a microgravità e adotta speciali accorgimenti mirati
a contrastare la perdita di massa magra attraverso il controllo
dell'alimentazione - spiega Biolo, docente di Medicina Interna -
il nostro obiettivo è arrivare a definire un protocollo
nutrizionale di riferimento per missioni spaziali di lunga
durata. Grazie alle attività sperimentali che condurremo con
Samantha Cristoforetti ricaveremo indicazioni e soluzioni ad hoc
per l'organismo degli astronauti donna".
"Come successo in autunno con Matthias Maurer, AstroSamantha
sarà dotata di un analizzatore di bioimpedenza, uno strumento
per l'analisi e il monitoraggio della composizione corporea -
aggiunge il ricercatore UniTS Filippo Giorgio di Girolamo - per
effettuare le misurazioni le verranno posizionati degli
elettrodi su polsi e caviglie che consentiranno di determinare
la percentuale di massa grassa e magra del corpo, confrontandole
con i dati già raccolti 'a terra'".
Le misurazioni in orbita avverranno una volta al mese, la
mattina a digiuno, fino al termine della missione: in questo
modo l'equipe triestina - spiega l'ateneo - determinerà
l'acquisizione di grasso e la perdita muscolare in condizioni di
microgravità. Sulla base di queste informazioni verrà messa a
punto la strategia per i piani nutrizionali, discussa e
coordinata a terra con il team medico ESA, con ASI e con i
ricercatori di Trieste.
Gli studi condotti nello spazio- conclude l'università -
avranno ricadute anche sulla Terra: i risultati saranno
applicati in ambito clinico per la cura di pazienti anziani,
malnutriti e/o obesi immobilizzati.
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