I residui vegetali trovati sulle
suole delle scarpe di Liliana Resinovich sono compatibili con il
terriccio dell'area dove è stato trovato il corpo. Lo rende noto
con un comunicato il procuratore capo di Trieste Antonio De
Nicolo. Dagli esami effettuati si presume che Liliana potrebbe
"aver percorso i tratti della via di accesso al sito in cui è
stato ritrovato il corpo privo di vita". La nota della Procura
conferma le indiscrezioni che erano circolate alcuni giorni fa
proprio sull'esito di questa consulenza.
I residui vegetali presenti nelle suole, spiega la nota,
"sembrano indicare un probabile legame con la vegetazione e
suolo del ritrovamento e delle vie di accesso ad esso. Sembra
plausibile che il materiale aderente alle scarpe, in particolare
quello della scarpa destra, sia stato raccolto da Liliana
Resinovich sul lastricato pedonale che costeggia l'ultimo tratto
di vie Weiss prima dell'imbocco al sito di ritrovamento".
Il materiale raccolto "sembra quindi indicare ragionevolmente
un calpestamento del suolo di Liliana del sito e delle vie di
accesso allo stesso". Alcuni "elementi di incertezza sono legati
al cattivo stato di conservazione di alcuni frammenti vegetali,
che tolti dalla scarpa sono stati messi in una provetta umida, e
non hanno mantenuto la forma originale. Ulteriore conferma
potrebbe essere ricercata con l'utilizzo di tecniche molecolari
(DNA vegetale) per stabilire con maggior confidenza
l'attribuzione alle specie presenti in loco".
Liliana Resinovich era scomparsa da casa il 14 dicembre
scorso. Il suo corpo è stato trovato nel bosco del parco dell'ex
ospedale psichiatrico di San Giovanni il 5 gennaio, avvolto in
due sacchi neri. Le indagini per risalire alle cause della morte
sono ancora in corso. La Procura, come ribadito nella nota,
"formulerà le proprie determinazioni conclusive" al loro esito.
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