"Il mio libro 'Apeirogon' diventerà
un film: Steven Spielberg ha acquistato i diritti, qualcuno farà
il regista, non si sa ancora chi, ma in qualche modo sarà sotto
la sua guida, e mi piacerebbe che a realizzarlo fosse una
regista donna palestinese". Lo ha confermato a Udine lo
scrittore irlandese naturalizzato statunitense Colum McCann,
vincitore del 18° premio letterario internazionale Terzani con
il libro 'Apeirogon', pubblicato in Italia da Feltrinelli, che
racconta la storia di due padri, l'israeliano Rami e il
palestinese Bassam, che hanno perso le figlie a causa della
spirale di guerra e di violenza, e trasformano in un messaggio
universale di pace il dolore immenso che li accomuna.
"Ho voluto farlo - ha continuato lo scrittore parlando del
progetto cinematografico - perché il protagonista del film
fosse proprio il messaggio di pace di questi due padri, che
volevano mantenere vive le loro ragazze, ed è per questo ho
deciso di scrivere 1001 canti per esprimere l'esperienza umana
sconfinata di questo dolore. Il canale cinematografico raggiunge
un pubblico diverso e io ci tenevo a raccontare e trasmettere
bene il loro messaggio. Mi sono buttato nella loro storia e ho
speso almeno due anni a capire chi erano e cosa ci volevano
trasmettere".
Parlando dei progetti che ha in cantiere, lo scrittore ha
annunciato che vuole dedicare un libro alla storia di Diane
Foley, madre 74enne del giornalista americano James Foley,
sequestrato e ucciso dall'Isis nel 2014. Mentre, riferendosi al
conflitto in corso alle porte dell'Europa, ha osservato: "Se
avessi 30 anni di meno sarei già andato in Ucraina per
raccontare le storie che da lì arrivano. Quello che accade in
questi mesi è indescrivibile per l'atrocità, ma ci arrivano le
storie, ed è fondamentale che non ci sia il silenzio come è
accaduto per altri conflitti". McCann ha ricevuto ieri sera il
premio nell'ambito della serata-evento del festival
vicino/lontano. "Il giornalismo - ha osservato - è una
professione di straordinaria importanza, lo dimostra il fatto
che sempre più giornalisti vengono assassinati, sono donne e
uomini che raccontano storie e verità che possono diventare
pericolose, il buon lavoro dei bravi giornalisti va
profondamente apprezzato e rispettato ed è più importanti di
quello degli scrittori, romanzieri e poeti"
Riproduzione riservata © Copyright ANSA