Una "cooperazione crescente" tra
Italia e Slovenia, in vari campi, con un ruolo importante
riconosciuto alla minoranza italiana nel Paese, così come alla
minoranza slovena in Italia, che "favorisce la crescita dei
rapporti bilaterali", osservando i fenomeni e le dinamiche da
un'ottica diversa da quella di Roma e Lubiana. Lo ha detto
l'ambasciatore italiano in Slovenia, Carlo Campanile, nel
discorso tenuto ieri nel tardo pomeriggio in occasione delle
celebrazioni per la Festa Nazionale della Repubblica Italiana,
alla Narodna Galerija di Lubiana.
In una affollata sala con esponenti della cultura,
dell'economia e della politica, Campanile ha ricordato le
recenti tappe dell' avvicinamento tra i due Paesi con gli
incontri tra i Presidenti Sergio Mattarella e Borut Pahor e la
restituzione del Narodni dom di Trieste alla comunità slovena.
Un avvicinamento che sarà ancora più forte per l'organizzazione
congiunta dell'anno della cultura, che nel 2025 sarà Gorizia e
Nova Gorica. Campanile ha poi sottolineato l'importanza
dell'industria italiana, dalla ricerca allo spazio, al
manifatturiero senza trascurare il primato mondiale dell'Italia
per numero di siti Unesco. L'ambasciatore ha definito "un
gigante" lo scrittore Boris Pahor scomparso pochi giorni fa,
ricordando i sacrifici per sconfiggere la pandemia: "Nessuno si
salva da solo", ha indicato.
Infine, un pensiero è stato espresso nei confronti della
tragedia della guerra: "Noi stiamo celebrando in un clima di
gioia ma siamo vicini alle vittime innocenti della guerra".
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