«Non avremmo dovuto
aspettare la morte di mia sorella Daphne, per denunciare il
legame tra politica e corruzione a Malta. Dal 2016 a oggi solo
una persona è stata condannata, perché ha chiesto il
patteggiamento. Si è scoperto che l'omicidio era prevedibile ma
non si è fatto nulla per proteggere mia sorella. Il giornalismo
non è un crimine. Ci sono stati dei cambiamenti da quando è
morta Daphne ma sono troppo pochi e lenti: si fa un giornalismo
migliore ma si subiscono molte pressioni". Lo ha detto Corinne
Vella, sorella di Daphne Caruana Galizia, la blogger e
giornalista maltese uccisa nel 2017.
Corinne Vella è intervenuta al Festival del Giornalismo
organizzato dall'Associazione Leali alle Notizie, conclusosi
stasera con la premiazione a Marilena Natale, proprio da parte
di Corinne Vella.
"Altri giornalisti continuano a rischiare e a essere
minacciati. È da due anni che si parla di una nuova direttiva
chiamata legge di Daphne, ma non è ancora stata attuata. In
questa situazione siamo tutti perdenti, perché milioni di
persone non ricevono la corretta informazione e si protegge chi
blocca la libertà di stampa e di espressione», ha concluso la
sorella di Daphne.
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