La qualità dell'aria in Friuli
Venezia Giulia "è sostanzialmente buona per la maggior parte
degli inquinanti monitorati. Sussistono criticità per l'ozono e
per il benzopirene limitatamente a zone dove viene utilizzato
massivamente legname per il riscaldamento domestico". E' quanto
emerge dalla Relazione sulla qualità dell'aria in Friuli Venezia
Giulia - anno 2021" presentata oggi dall'Arpa Fvg a Trieste.
II monitoraggio è stato compiuto attraverso 19 centraline
dell'Agenzia e
altri 16 consorzi privati collocati su tutto il territorio
regionale. La Relazione considera tutti gli inquinanti
"normati", ovvero quelli per cui esiste un limite di legge in
aria ambiente: i "Macroinquinanti" (materiale particolato PM10 e
PM2.5, ossidi di zolfo e azoto, ozono, benzene e monossido di
carbonio) e i "Microinquinanti" (benzopirene e metalli pesanti
quali arsenico, cadmio, nichelio e piombo).
"Il costante miglioramento della qualità dell'aria in Fvg -
ha affermato l'assessore regionale alla Difesa dell'ambiente,
Fabio Scoccimarro - è dovuto al perfezionamento dei modelli di
produzione dell'industria e degli autoveicoli che generalmente
inquinano meno e che non sono ritenuti più
l'elemento maggiormente impattante. Sono invece fonti emergenti
di inquinamento gli allevamenti intensivi, alcuni tipi di
fertilizzanti chimici e il riscaldamento nell'uso domestico. C'è
poi un discorso più ampio che riguarda una parte del territorio
dell'ex Provincia di Pordenone che, rientrando nel perimetro
della pianura padana, segnala alcune criticità che peraltro
affronteremo negli Stati generali dell'Alto Adriatico e
dell'Europa Centrale sulla sostenibilità ambientale che si
terranno a Trieste a novembre". Riferendosi infine alla
situazione di Trieste, in relazione alla riconversione in atto
dell'ex Ferriera di Servola, Scoccimarro ha messo in evidenza i
miglioramenti della qualità dell'aria registrati dalle
centraline limitrofe all'impianto.
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