Un "cavillismo", ma "bisogna riprendere il cammino, andare avanti perché la goccia scava la roccia, come diceva la saggezza dei nostri padri. E' indispensabile che non si interrompa questo flusso lieve ma inesorabile". Così reagisce, a caldo, Bruno Lasca, un amico della famiglia Regeni, che abita a Fiumicello, il paese di Giulio, appena rientrato da un breve periodo di vacanze, ha appreso questa mattina la notizia della Cassazione.
"Siamo rimasti sbigottiti, cercheremo di sapere di più ma come ho capito mi sembra un brutto colpo, così come si sono già espressi i genitori". Lasca sottolinea di non essere "un giurista ma siamo abituati ultimamente a decisioni e sentenze che lasciano molto perplessi. Sembrano cavilli, un fenomeno che oserei definire 'cavillismo' per le persone normali che non masticano il diritto e che parlano istintivamente, siamo increduli".
Unica speranza un "cambiamento di regime", viste le protezioni di cui i quattro individuati dagli inquirenti come responsabili del sequestro, delle torture e della morte di Giulio Regeni, godono nel loro paese. Tuttavia, anche se "si vuole portare a pensare che non serve a niente chiedere e protestare perché non c'è soluzione, io dico che finché la famiglia è così determinata e il popolo giallo c'è, la fiammella si accende fiammella si alimenta ancora di più".
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