La Procura della Repubblica di
Pordenone ha aperto un'indagine preliminare in merito alle
vicende che riguardano la società estera New Financial
Tecnology, azienda che avrebbe raccolto denaro da parte di
alcune migliaia di cittadini italiani per investire gli importi
in criptovalute ma che ora sembra non essere più in grado di
restituire i capitali, ipotizzando i reati di truffa aggravata e
di esercizio abusivo di attività di intermediazione finanziaria.
Lo rende noto il Procuratore capo Raffaele Tito in un
comunicato.
L'indagine - si apprende - è stata aperta a seguito di
approfondita informativa della Guardia di Finanza di Pordenone
del 10 agosto e allo stato vede indagate più persone. Questa
mattina sono state eseguite alcune perquisizioni domiciliari
nelle province di Pordenone e Treviso e in altre località del
territorio nazionale, "così constatando la probabile già
avvenuta sparizione di gran parte dei documenti e di altre utili
informazioni", ha fatto sapere Tito. La Procura di Pordenone è
in stretto contatto investigativo con quella di Treviso. "Non è
questo il momento per fornire ulteriori dettagli - prosegue il
comunicato del Procuratore - anche se pare che, ancora una
volta, troppe persone non abbiano voluto ascoltare i moniti di
prudenza che vengono costantemente emanati dagli organi statali
preposti e, invogliati da inverosimili guadagni, abbiano
investito imprudentemente i propri risparmi, guadagnati spesso
con tanto sacrificio".
"La Procura di Pordenone - è l'auspicio finale della nota -,
adesso, confida nel senso civico di questi investitori per fare
ampia chiarezza sui fatti e si augura che questi si rivolgano,
anche spontaneamente, agli organi di Polizia giudiziaria per
raccontare la loro vicenda".
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