L'avvocato Paolo Bevilacqua, che
assiste come parte civile Sebastiano Visintin, il marito di
Liliana Resinovich, la donna scomparsa a Trieste il 14 dicembre
e il cui corpo è stato trovato il 5 gennaio, ha annunciato il
deposito di "motivate osservazioni e riserve" elaborate insieme
con un consulente, il medico legale Raffaele Barisani. Lo ha
detto al quotidiano Il Piccolo, riferendosi alla perizia dalla
Procura - eseguita da i medici Fulvio Costantinides e Fabio
Cavalli - di cui è stata diffusa soltanto una bozza di 50 pagine
mentre non è stata ancora depositata nella versione ufficiale.
La perizia sostiene la versione del suicidio precisando che
la morte sarebbe avvenuta due o tre giorni prima del
ritrovamento del corpo, nel boschetto nel dell'ex ospedale
psichiatrico in due grandi sacchi neri. Una ipotesi non del
tutto condivisa dal legale di Visintin, in particolare per
quanto riguarda la data della morte. Il legale potrebbe chiedere
un supplemento di indagine, tuttavia sarà la Procura a valutare
se archiviare il caso o no. Intanto, lo studio Bevilacqua,
scrive Il Piccolo avrebbe avviato iniziative a tutela di
Visintin e dell'immagine di Liliana, inviando al fratello della
donna, Sergio Resinovich, e a Claudio Sterpin una nuova diffida
"a non indirizzare l'opinione pubblica contro il signor
Sebastiano Visintin, fatto bersaglio di sospetti". Sergio
Resinovich e Claudio Sterpin nutrono dubbi sull'ipotesi del
suicidio.
Il quotidiano in un ampio servizio riepiloga l'intera vicenda
con una dettagliata ricostruzione cronologica dei fatti e dello
svolgimento delle indagini, ponendo una serie di interrogativi.
Primo tra i quali: dove è stata Liliana nel periodo della
scomparsa.
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