"Il tema energia elettrica e gas
richiede un'azione rapida, così come sottolineato ripetutamente
dal Presidente nazionale Bonomi. E concordiamo sul fatto che
l'azione principale deve nascere in Europa, ma è opportuno che
il governo consideri anche un 'piano B' adattato alle esigenze
italiane". Lo ha detto oggi Gianpietro Benedetti, presidente
reggente Confindustria FVG, in una nota, facendo suo l'appello
del presidente nazionale degli industriali italiani.
"L'energia elettrica in Italia è prodotta per il 45% con il
gas e per il 40% con rinnovabili. Importiamo da Svizzera,
Francia, Slovenia, Austria circa il 12% - ha proseguito
Benedetti - e questi numeri, seppur indicativi, evidenziano le
difficoltà a trovare un accordo europeo che medi le esigenze.
Tra l'altro la Germania importa gas russo - ha aggiunto il
presidente - unitamente ad altri Paesi, e quindi un eventuale
tetto al prezzo del gas deve in qualche modo essere concordato
anche con il fornitore". Benedetti, ricordando che il governo
italiano "ha già speso per la crisi energetica 48,5 miliardi, il
2,8% del Pil, superato solo dalla Grecia, mentre Germania e
Francia sono sull'1,7/1,8%", ha espresso l'auspicio che la
soluzione europea consenta di intervenire senza troppi aumenti
del debito". Infine ha concluso dicendosi convinto che "in una
prima fase , finché il mercato non si stabilizza a prezzi
accettabili, si debba fare quello che serve per non fermare le
attività industriali, alcune delle quali potrebbero avere stop
irreversibili".
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