(di Francesco De Filippo)
Lo storico impianto siderurgico di
Servola (Trieste), la Ferriera, chiuso due anni fa dopo 123 di
storia industriale e sociale, stasera verrà materialmente
cancellato. Un'esplosione abbatterà le ultime cinque costruzioni
(quattro manufatti e un camino) ancora in piedi, dopo che, dal
momento della chiusura dei cancelli, la Siderurgica Triestina
(la vera ragione sociale oggi) di proprietà del Cav.Arvedi di
Cremona, ha smantellato tutto ciò che di ferro c'era nell'area
per trasferirlo (e riciclarlo) negli impianti cremonesi. La Icop
ha fatto il resto, ripulendo interamente la zona.
E' la cosiddetta 'area a caldo' dello stabilimento, quello
dove c'erano gli altoforni; l'adiacente 'area a freddo' dove c'è
il laminatoio, l'acciaieria, resterà in piedi, anzi, è previsto
un suo sviluppo con assunzione di mano d'opera, oltre
all'assorbimento degli operai fuoriusciti dalla Ferriera e
temporaneamente in cig in attesa, appunto, di ricollocamento.
Il punto finale alla Ferriera lo aveva messo l'Accordo di
programma del 27 Giugno 2020 in Prefettura. Gruppo Arvedi,
I.CO.P. S.p.A.- PLT i ministeri Sviluppo Economico, Ambiente e
Infrastrutture e Trasporti, Agenzia Nazionale politiche attive
Lavoro, Agenzia Demanio, Porto di Trieste, Regione Fvg e Comune
di Trieste mettevano in moto il progetto integrato di messa in
sicurezza, riconversione industriale e sviluppo
economico-produttivo dell'ex area a caldo che era già stata
chiusa nel marzo precedente. Il futuro: un polo industriale con
oltre 400 occupati (l'attività 'a freddo' di Arvedi) e una
piattaforma logistica collegata, gestita da Icop-PLT. Nell'ex
area a caldo, quella che stasera sarà spianata, sorgera' un polo
logistico, un nuovo snodo ferroviario e l'allungamento della
banchina portuale, con investimenti per 300 milioni di euro, di
cui 200 già previsti nel piano industriale del Gruppo Arvedi e
55 stanziati dal Mise con un contributo a fondo perduto,
destinati a un Contratto di sviluppo di tutela ambientale, in
parte cofinanziato dalla Regione.
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