Un supercomputer potentissimo "di
Tier 1 o 2, ovvero solo di uno o due livelli sotto a quello che
caratterizza le macchine più potenti esistenti (Tier 0)"
arriverà alla Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati
(Sissa) di Trieste anche grazie al fatto che l'istituzione sarà
co-leader del nuovo ramo (denominato 'spoke') del Centro
Nazionale di Ricerca in High Performance Computing, Big Data e
Quantum Computing, 'Materials and Molecular Sciences'. Lo ha
annunciato all'ANSA Stefano Baroni, docente di fisica teorica
della materia condensata alla stessa Sissa.
Il Centro, uno dei cinque che sono stati istituiti con fondi
del Pnrr, è dotato di circa 320 milioni di euro, la metà dei
quali verranno utilizzati per il potenziamento dell'hardware di
supercalcolo disponibile in Italia; è grazie a questo
investimento che arriverà il nuovo supercomputer di Trieste.
Servirà per la creazione di software in grado di 'inventare'
la struttura molecolare di nuovi materiali puramente sulla base
delle caratteristiche che si desidera che essi abbiano, senza
dover seguire più il processo che ha caratterizzato la scoperta
di nuovi materiali fino ad ora. "L'enfasi è sulla messa a punto
di strumenti teorici e computazionali che permettano la ricerca
sui nuovi materiali, con una grossa componente proprio sullo
sviluppo di codici. Un campo in cui l'Italia è veramente
all'avanguardia", ha spiegato Baroni, rimarcando che "la Sissa e
il Cnr in particolare con Quantum Espresso, software opensource
per la simulazione numerica in scienze dei materiali, hanno
svolto un ruolo chiave nel panorama planetario".
Le nuove sfide nel campo sono da un lato escogitare
"algoritmi che si adattino alle nuove infrastrutture hardware di
supercomputer, caratterizzate da volumi sempre più importanti"
dall'altro lavorare con "il calcolo ad alto flusso, che
necessita anche di strumenti di intelligenza artificiale per
interpretare l'enorme volume di dati generati", ha concluso
Baroni.
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