"Se pensassi nell'irrimediabilità
della crisi della sinistra non mi sarei mai candidata. Se
dovesse toccare a me tenterò in ogni modo, deluderò in qualcosa,
ma credo fermamente nelle capacità collettive". Lo ha detto ieri
sera la parlamentare Paola De Micheli, ex ministra e fino a
questo momento una donna candidata alla segreteria del suo
partito, il Pd, alla presentazione del libro "Il governo delle
donne" di Fabiana Martini.
Sul Rosatellum, De Micheli ha ricordato che la legge è stata
causa di "una scissione: Bersani uscì dal Pd", segnalando che
tuttavia "si tratta di una scissione che potrebbe essere
sanata". Io "sono proporzionalista con preferenze", ha
segnalato. E parlando della sfida per la segreteria: "Il 63%
degli italiani crede che fare politica serva ma il 92% pensa che
chi lo fa, lo faccia per i propri interessi", dunque occorre
"metterci le mani". Io "sono nata povera", ha detto, ma ha avuto
la possibilità di studiare e ricoprire un ruolo politico
nazionale, però, "in un paese in cui la povertà è ereditaria o
ci mettiamo le mani o niente...".
"Vedremo dopo Natale, per il momento le poche cose fatte
finora sono fumo negli occhi: si parla di rave party ma intanto
le promesse fatte non ottengono risposte. Non ti dò ciò di cui
hai bisogno ma ti faccio discutere su alcuni temi. Sono del
parere che occorra rintuzzare questo schema e riportare la
discussione sul concreto". E' il commento sul Governo. Sulla
parità di genere ha riconosciuto che ad esprimere la prima
premier donna "è stata la destra: è un bello schiaffo per la
sinistra e lo abbiamo preso tutto", tuttavia, "il tetto di
cristallo è stato rotto. Penso che il modello della sinistra
sulla parità sia il migliore. Meloni dice 'ce l'ho fatta per le
mie capacità personali e mi sono imposta in un partito di
uomini'; noi a sinistra però abbiamo fatto fare i più grandi
progressi normativi al Paese. Ma individualmente abbiamo avuto
un problema oggettivo con i maschi che è un riconoscimento a
metà". Il modello Meloni ha pagato ma è lei e basta in una
cultura maschilista e misogina", ha concluso.
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