Le acque del Golfo di Trieste sono
l'area costiera del Mediterraneo più inquinata da mercurio
eppure uno studio dell'Università di Trieste ha rilevato che la
concentrazione media di mercurio nei capelli dei residenti nella
zona (1,63 mg/kg) è molto al di sotto della soglia di tossicità
per l'uomo (10 mg/kg) e solo lievemente più alta del limite
previsto per donne in gravidanza e bambini (1 mg/kg). Le tracce
del metallo nei capelli sono correlate al consumo di pesce e
crostacei nella dieta.
Secondo la ricerca è il consumo di crostacei pescati
localmente il fattore di rischio maggiore rispetto all'accumulo
di mercurio. L'elevato inquinamento nella zona è causato dal
fatto che gli scarichi nel fiume Isonzo per più di 500 anni
hanno drenato l'attività estrattiva del cinabro del distretto
minerario di Idrija (Slovenia Occidentale). Sebbene
l'esposizione ambientale a mercurio nei residenti costieri del
Fvg non sia critica, secondo gli studiosi che hanno condotto lo
studio è comunque consigliabile alle donne in gravidanza
limitare il consumo di pesce locale a un solo pasto alla
settimana.
Lo studio pilota che ha esaminato i capelli di 301 persone è
stato appena pubblicato su Environmental Science Pollution
Research International dall'Unità Clinico Operativa di Medicina
del Lavoro, in collaborazione con ASUGI, e Mercurylab del
Dipartimento di Matematica e Geoscienze dell'Università degli
Studi di Trieste, ed è stato condotto da Luca Cegolon, Francesca
Larese e Elisa Papassissa (Unità Clinica di Medicina del
Lavoro).
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