La vita era presente sulla Terra già
3,48 miliardi di anni fa: la nuova conferma arriva grazie ad
avanzate tecniche di analisi e ricostruzioni 3D di antichissimi
fossili rinvenuti a Pilbara, nell'Australia occidentale. Lo
studio, pubblicato sulla rivista Geology, è stato guidato dal
Museo di Storia Naturale di Londra e ha visto l'importante
partecipazione anche dell'Università di Bologna e del centro di
ricerca internazionale Elettra Sincrotrone di Trieste. I
risultati ottenuti forniscono anche preziose indicazioni per la
ricerca di vita su un altro pianeta: Marte. Alcune rocce
presenti sulla superficie del pianeta rosso sembrano infatti
avere caratteristiche simili a quelle che contenevano i fossili
in Australia.
Reperti come quelli protagonisti dello studio, che testimoniano
le più antiche tracce dell'esistenza della vita sul nostro
pianeta, sono spesso controversi, perché le strutture che
potrebbero indicare la presenza di un'antica forma vivente
possono essere molto simili ad altre formate invece da processi
non biologici. Inoltre, si tratta di fossili antichissimi,
spesso profondamente alterati dal passaggio di miliardi di anni.
Per ottenere nuove risposte su questo tema, i ricercatori
guidati da Keyron Hickman-Lewis hanno analizzato con nuove
tecniche delle stromatoliti rinvenute in Australia: si tratta di
strutture prodotte dall'azione di antichi microrganismi
fotosintetici.
Per capire se si trattasse effettivamente di tracce lasciate da
organismi vissuti miliardi di anni fa, gli autori dello studio
hanno combinato diversi metodi, effettuando anche per la prima
volta - grazie all'Elettri Sincrotrone di Trieste - una
ricostruzione in 3D dei microscopici dettagli presenti
all'interno, con una straordinaria risoluzione inferiore al
milionesimo di metro. "Queste analisi ci hanno permesso di
rilevare che i fossili hanno effettivamente un'origine
biologica", afferma Barbara Cavalazzi dell'Università di
Bologna, co-autrice dello studio.
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