"Il livello delle prestazioni è in
calo. La Cgil lo aveva denunciato qualche mese fa, documentando
un calo del 14%, tra 2018 e 2023, delle visite specialistiche e
della diagnostica strumentale: in termini numerici 100mila
prestazioni in meno. Più preoccupante è il recentissimo dato
dello studio Passi d'argento: il 22,8% della popolazione anziana
della regione rinuncia a visite e esami per difficoltà
economiche, lunghezza delle liste di attesa o entrambe le cause.
In pratica, un anziano su 4. Meno scioccante è la percentuale
generale di rinuncia alle cure, che secondo Istat in Fvg sfiora
il 10%". Lo scrive in una nota Michele Piga, segretario generale
Cgil Fvg.
Sull'aumento di richieste di prestazioni specialistiche, Piga
conferma che è un fattore legato all'invecchiamento della
popolazione e al progressivo aumento di patologie croniche, ma
anche "alla scelta strategica, da parte dell'amministrazione
regionale, di puntare tutto sulla creazione di una macchina
sanitaria basata solo sulla fornitura acritica di prestazioni,
anche attraverso una progressiva crescita delle risorse
dirottate verso la sanità privata, che ha come logica ed
esclusiva mission la fornitura di prestazioni, in particolare
quelle a maggiore valore aggiunto". Visto che "è venuta meno la
capacità del servizio pubblico di garantire la presa in carico
delle persone e delle comunità, il ruolo dei distretti, la
capacità operativa delle reti clinico assistenziali, l'apporto
dei medici di medicina generale", per la Cgil occorre
"restituire al servizio pubblico un suo ruolo proattivo e a 360
gradi a difesa della salute dei cittadini".
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