"L'operazione antiterrorismo in
corso condotta dai Ros dei Carabinieri che coinvolge anche un
immigrato musulmano a Monfalcone mette in luce elementi di grave
allarme sui rischi rappresentati dalla massiccia presenza di
islamici e dal loro preoccupante atteggiamento da tempo
manifestato nella nostra città". Lo scrive in una nota l'ex
sindaca di Monfalcone e oggi europarlamentare Anna Maria Cisint,
da sempre fortemente critica sulla presenza della comunità
musulmana.
"Questa vicenda conferma anzitutto la presenza di
un'ideologia radicalizzata nell' ambito di queste comunità nel
contesto di una rete nazionale dedita alla promozione e al
rafforzamento delle formazioni terroristiche 'Al Qaeda' e
'Isis', che sono state protagoniste dei tanti attentati che in
questi anni hanno funestato l'Europa con lutti e violenze",
sostiene Cisint. Per l'ex sindaca, l'operazione dimostra che
"l'arrivo indiscriminato di manodopera straniera anche se
regolare - che ha reso Monfalcone una delle realtà italiane con
la maggior percentuale di islamici sulla popolazione - diventa
un fattore non solo di instabilità sociale, ma anche di minaccia
alla sicurezza e all'incolumità. Non sono più solamente le
grandi metropoli, come Milano e Bologna, i luoghi di
insediamento e occultamento di queste cellule e ciò deve far
riflettere sulla strategia invasiva di chi punta a sovvertire i
nostri valori nel nome della sharia e che ora prende di mira
proprio i territori dove le istituzioni si oppongono alle
pratiche integraliste". Ne discende che "è legittimo chiedersi
quanto possa aver inciso anche il clima di contrapposizione
alimentato dai centri islamici locali che esattamente un anno
fa, il 23 dicembre, avevano organizzato una manifestazione
facendo confluire migliaia di immigrati da tutta Italia, cui
erano seguite le minacce di morte che mi hanno costretto alla
scorta personale". Cisint indica infine che "uno dei giovani
arrestati lavorava in un locale a fianco proprio dell'ingresso
nel palazzo municipale".
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