"Io non ce la faccio a tornare in quella fabbrica.
Non ho proprio minimamente idea di cosa sia successo, ma bisogna fare chiarezza.
Non ce l'ho con nessuno, ma
deve emergere la verità: i colleghi, i primi a soccorrerlo, si
facciano vivi e dicano quello che hanno visto e quello che
pensano". Lo ha detto Elvin Tafa, stamattina a Maniago, a
margine del presidio all'esterno della Stm, la fabbrica in cui
martedì notte è morto il figlio Daniel, di 22 anni, in un
incidente sul lavoro. Stabilimento in cui anche il genitore
della vittima lavora da circa 7 anni.
"Di Daniel mi resterà quell'ultimo abbraccio nel giorno del
suo compleanno - ha aggiunto -: ci siamo visti all'ora di pranzo
e gli ho fatto gli auguri. Lui mi ha cinto in un lunghissimo e
caloroso abbraccio. Inusuale. Col senno di poi, è come se si
sentisse qualcosa di strano per regalarmi quel momento di
affetto così intenso".
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