"La Regione Lazio ha chiesto alla Asl Roma 2 di attivarsi presso la dirigenza scolastica dell'istituto di via Bobbio a Roma per verificare le condizioni di accesso a scuola in piena sicurezza per il bambino immunodepresso". E' quanto afferma in una nota l'assessore alla Sanità della Regione Lazio Alessio D'Amato. D'Amato fa riferimento a una vicenda, pubblicata stamattina dal 'Corriere della Sera', che vede protagonista un bambino di otto anni, che dopo una leucemia ha sviluppato una immunodepressione. Ma non può tornare a scuola perché nella sua classe, riporta ancora il quotidiano, ci sono cinque alunni non vaccinati, di cui "due figli di mamme che si dichiarano no vax".
Il bambino dopo la chemio non può essere sottoposto a vaccinazioni, hanno disposto i medici, per cui il contatto con una malattia potrebbe essergli fatale. I genitori hanno incontrato la preside e hanno diffidato la scuola, nel quartiere di San Giovanni di Roma; sempre stando al quotidiano i dati Asl segnalerebbero che il 30 per cento dei bambini di quell'istituto sarebbero non vaccinati.
"E' un fatto di civiltà - afferma ancora l'assessore D'Amato - Non possiamo accettare che il piccolo non possa frequentare regolarmente le lezioni con i suoi amici e con i suoi insegnanti perché non sussiste una situazione di sicurezza per la sua salute. La Asl Roma 2 attiverà tutte le procedure previste dalla legge in accordo con l'autorità scolastica per richiamare le famiglie dei bambini ancora non vaccinati e fornire loro tutte le informazioni necessarie in merito all'assoluta sicurezza dei vaccini. Se persisterà una situazione che pregiudica il diritto ad accedere a scuola in piena sicurezza per la salute del bambino di 8 anni - conclude - scatteranno le sanzioni pecuniarie previste dalla normativa. Confidiamo nel buonsenso e ci auguriamo di non essere costretti ad utilizzare tutti gli strumenti di legge".
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