"Mi hanno fatto diventare una persona utile per la società.
Quando vedo alcuni miei fratelli rifugiati africani sono molto diversi da me perchè non sono stati fortunati come me.
E a loro dico: per imparare non è mai troppo
tardi". A parlare è Alpha Diallo, guineano di 41 anni, in Italia
da quasi 4 anni. La sua vita è cambiata quando un anno fa ha
cominciato un tirocinio lavorativo nella sede di Leroy Merlin di
via Tiburtina a Roma.
Alpha in Guinea aveva una sua sartoria "vivevo bene, ero
tranquillo" ricorda. Fino a quando non è morto il padre, capo
della sua comunità, che gli ha lasciato in eredità terre,
animali e una grande fattoria. Lì sono cominciati i problemi, un
gruppo di un' altra etnia sosteneva che i possedimenti del
genitore erano stato ottenuti illegalmente ed è così iniziata
dapprima una battaglia legale, poi minacce sempre più pesanti
fino all'aggressione che lo ha costretto in ospedale per tre
settimane. "In Guinea non mi potevano curare - spiega - e sono
stato portato in Mali, quando sono uscito dall'ospedale, i miei
amici più stretti mi hanno consigliato di lasciare il Paese,
altrimenti avrei rischiato di essere ucciso". In Guinea ha
lasciato sua moglie e tre figlie di 13, 10 e 5 anni e tre
fratelli. E' andato quindi in Libia per lavorare nei campi "ma
ci trattavano come degli schiavi" e così ha preso uno dei tanti
barconi ed è approdato in Italia, a Lampedusa, poi è stato
trasferito in un centro d'accoglienza a Roma Est. Ora grazie al
tirocino è riuscito ad affittarsi una stanza a Torre Angela,
periferia della Capitale.
Leroy Merlin è una delle 121 aziende che nel 2019 si sono
contraddistinte per aver favorito l'inserimento professionale
dei rifugiati e che oggi sono state premiate dall'Unhcr,
agenzia Onu per i rifugiati, nell'ambito del progetto Welcome -
WorKing for Reguee Integration.
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