"Ricordo che quel giorno ho pranzato
con mio fratello e la sua fidanzata. Ho firmato il primo
controllo delle forze dell'ordine e sono andato in camera mia. A
quel tempo prendevo alcune medicine che mi davano sonnolenza. Su
questo aspetto ero sempre molto attento perché so bene
dell'importanza dei controlli delle forze dell'ordine ma mi sono
addormentato, non ho sentito nulla e sono stato poi svegliato
dai miei genitori". E' quanto ha affermato, davanti al giudice
monocratico di Roma, Pietro Genovese, il ventenne condannato in
via definitiva a cinque anni e quattro mesi di carcere per
l'omicidio stradale di due ragazze di 16 anni, nel corso del
processo che lo vede imputato per evasione dai domiciliari. La
vicenda risale al 16 gennaio del 2021.
Nel corso dell'udienza è stato mostrato il video della
telecamera interna del palazzo e ascoltato in aula il portiere
dello stabile. "Dalla visione del filmato - ha detto il
testimone - non ho visto nessuna sagoma che riconduca a Pietro
Genovese". La sentenza è attesa per il 7 giugno.
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