(di Gabriele Santoro)
Può succedere a Roma che in una
piccola area ampiamente sondata da secoli - tra Castel
Sant'Angelo e il Vaticano, nientemeno - resti un fazzoletto di
terra mai scavato, e che da lì salti fuori, tutta intera, una
lavanderia del II secolo dopo Cristo. E può succedere che la
'fullonica' (così si chiamavano nell'antica Roma) si trovi
proprio sul percorso dell'opera più importante del Giubileo del
2025, il sottopasso di Piazza Pia, con l'Anno Santo in arrivo e
un cantiere che va finito, senza possibilità di errori o
ritardi. "Ma i tempi saranno rispettati" giurano oggi le
istituzioni: l'antico manufatto sarà spostato a tempo di record
ed esposto nei giardini del Castello, e già alla fine di giugno
si ricomincerà a scavare il tunnel.
Passato pericolo dunque, dicono tutti, e tutti stamattina
sorridono molto. Ma che l'imprevisto a nemmeno sei mesi dal
Giubileo abbia fatto venire il freddo - di qui e di là del
Tevere - sembra fuori discussione. Lo prova quantomeno il peso
dei partecipanti alla conferenza stampa a Castel Sant'Angelo
("nella Cappella dei Condannati", nota qualcuno con ironia): c'è
il sindaco e commissario al Giubileo Roberto Gualtieri,
naturalmente. Ma viene a metterci la faccia anche il ministro
della Cultura Gennaro Sangiuliano, con la soprintendente
speciale Daniela Porro, e c'è Aldo Isi, ad dell'Anas che esegue
i lavori, e poi il delegato del Papa al Giubileo, monsignor Rino
Fisichella.
Più tardi andranno tutti al cantiere, che è a dir poco una
bella sfida: 70 milioni di euro per realizzare un tunnel per le
auto, sopra il quale una grande piazza pedonale ricongiungerà il
Castello a via della Conciliazione. Fine lavori prevista, 8
dicembre 2024. La parte più complicata - lo spostamento di una
enorme fognatura - è già conclusa e il tetto della galleria
pure, spiega Isi: mancano i 70 metri del tunnel vero e proprio
con il suo imbocco. Saltano fuori però, proprio sul tracciato, i
resti della 'fullonica': "E' estesa 500 metri quadri - spiega
Porro - nella zona tra gli antichi Horti di Agrippina e Domizia.
I reperti risalgono a partire dalla metà del II secolo e sono di
grande interesse archeologico e demoetnoantropologico". Vengono
alla luce persino le vaschette in cui si pulivano i panni con
l'urina nell'antichità, e poi le vasche più grandi.
Stupore, emozione, preoccupazione: scambi di telefonate
febbrili tra gli enti coinvolti, la notizia trapela al Corriere
della Sera. Ma il cantiere - praticamente sotto le finestre del
Santo Padre - non può rimanere appeso. "E' finita l'epoca delle
Soprintendenze come enti del 'niet' - dice il ministro
Sangiuliano - Noi siamo pronti a collaborare e a trovare un
punto di equilibrio, con ragionevolezza e buonsenso, tra le
esigenze di tutela e quelle di modernizzazione della città".
Quindi che si fa con la lavanderia del tardo impero? "Noi - dice
il sindaco Gualtieri - riusciremo a valorizzare il ritrovamento
e realizzare nei tempi previsti il sottopasso e Piazza Pia, che
saranno impreziositi da questo tassello. Sarà possibile esporre
e vedere questa bellissima fullonica nei giardini di Castel
Sant'Angelo" mentre i reperti mobili finiranno nel museo della
Mole.
Già da oggi la struttura antica sarà 'impacchettata'. Il 18
giugno si riunirà la Commissione tutela patrimonio culturale
regionale, e poi in 10 giorni la Soprintendenza riuscirà a
smontare tutto e a portare i reperti in un magazzino di Anas.
Insomma, attorno al 25 giugno si potrà ricominciare a scavare la
galleria. Il margine c'è, sia economico che di tempo, assicura
il sindaco. E se nei restanti due 'triangolini' di terra ancora
inesplorati salterà fuori qualcos'altro, sarà incluso nel
progetto di musealizzazione.
Monsignor Fisichella ascolta con attenzione, e riflette sul
fatto che "il Giubileo è un evento di popolo: sulla base di una
piazza, che è un luogo di incontro, è stato trovato un altro
luogo di incontro". Ma sul finale si fa pragmatico: "Piena
sintonia e gratificazione - afferma - ci viene dal fatto che i
tempi di piazza Pia saranno mantenuti, come Anas ci ha
assicurato".
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