è stato firmato oggi il protocollo di
prevenzione e gestione del rischio autolesivo e suicidario
presso la casa circondariale Regina Coeli, un passo in avanti
significativo nella promozione della salute mentale e del
benessere dei detenuti nella Regione Lazio. A firmare il
protocollo la direttrice della casa circondariale Regina Coeli
Claudia Clementi e il Commissario Straordinario della ASL Roma 1
Giuseppe Quintavalle, alla presenza del Garante per le persone
sottoposte a misure restrittive della libertà personale della
Regione Lazio Stefano Anastasìa, del direttore del dipartimento
di salute mentale della asl Roma 1 Giuseppe Ducci, della
Direttrice della UOSD Salute Mentale e Dipendenze in Ambito
Penale della ASL Roma 1 Adele Di Stefano, del Direttore della
UOSD Assistenza Sanitaria Regina Coeli - Distretto 1 della ASL
Roma 1 Luigi Antonio Persico e del Comandante di Polizia
Penitenziaria Francesco Salemi.
Con questo documento, è detto in una nota, la Regione Lazio e
la ASL Roma 1 intendono rafforzare le misure di intervento,
supporto e monitoraggio in ambito carcerario, integrando le
competenze del personale sanitario e penitenziario in un
intervento di sistema volto a ridurre i rischi legati a fenomeni
critici. Tra le azioni previste la valorizzazione degli
interventi dei Peer Supporter, i colloqui e l'osservazione da
parte dei diversi operatori per favorire adeguati processi di
adattamento, l'informazione sull'offerta e le attività delle
aree sanitarie, educative e di sicurezza e sulle modalità di
richiesta di supporto, l'organizzazione di gruppi di accoglienza
con Psicologi della ASL Roma 1 ed educatori, il monitoraggio dei
casi più vulnerabili, la formazione degli operatori per la
rilevazione dei rischi e gli interventi di primo soccorso con
esercitazioni periodiche.
"L'adozione del Protocollo di prevenzione e gestione del
rischio suicidario a Regina Coeli è un passaggio importante di
condivisione degli interventi da parte della ASL e della
Direzione dell'Istituto. Sappiamo quanto Regina Coeli sia la
frontiera più esposta al rischio suicidario a Roma e nel Lazio,
fino ad avere il tragico record di 14 suicidi, il maggior numero
di suicidi registrati in Italia tra il 2020 e il 2024. È questo
l'effetto della sua funzione, di casa d'arresto della più grande
area metropolitana nazionale, della sua utenza, particolarmente
vulnerabile, della carenza del personale, della vetustà e
inadeguatezza della struttura, cui si aggiunge un tasso di
affollamento del 188 per cento, tra i più alti in regione e a
livello nazionale", ha detto il Garante delle persone sottoposte
a misure restrittive della libertà personale della Regione
Lazio, Stefano Anastasìa.
"Con questo Protocollo - prosegue Anastasìa -, la direzione
dell'istituto e i servizi sanitari disciplinano le loro modalità
di attivazione e intervento a sostegno delle persone che
manifestino un rischio suicidario, già prevedendo momenti
congiunti di valutazione della sua implementazione. È un segnale
importante di reazione istituzionale alla drammatica successione
di suicidi a cui stiamo assistendo a livello nazionale. Speriamo
- conclude Anastasìa - che sia finalmente seguito da analoga
sensibilità di altri interlocutori istituzionali, ciascuno per
la propria competenza, nella riduzione delle cause ambientali
del rischio suicidario, a partire dal cronico sovraffollamento e
dal depauperamento dei servizi socio-sanitari sul territorio che
ne è spesso l'origine".
"La sinergia tra istituzioni e personale sanitario e
penitenziario testimonia l'impegno comune verso una gestione
umanizzata e attenta, con l'obiettivo di promuovere un contesto
più sicuro per le persone sottoposte a misure restrittive", ha
dichiarato il Commissario Straordinario della ASL Roma 1
Giuseppe Quintavalle.
"Questo è un inizio: crediamo fermamente - continua il
Commissario Straordinario - che tale approccio, con interventi
multidisciplinari e tempestivi, possa fare la differenza,
contribuendo a promuovere una cultura della salute e del
sostegno in grado di prevenire proattivamente episodi di
autolesionismo e di suicidio in carcere".
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