Dalle sopravvenienze create con supervalutazioni di società e immobili e allo 'spallonaggio' per portarsi i quattrini oltrefrontiera fino a capitali ingenti depositati in conti e titoli in Svizzera, là dove l'ex presidente di Carige e vicepresidente dell'Abi Giovanni Berneschi avrebbe voluto andare a vivere.
Nell'ordinanza di custodia cautelare alla base dei sette arresti portati a termine ieri - Berneschi, appunto, ma anche l'ex presidente di uno dei due rami assicurativi di Carige Ferdinando Menconi, il faccendiere Cavallini, il commercialista Vallebuona, la nuora di Berneschi, il notaio svizzero Enderlin e l'imprenditore Calloni - non solo si delinea un comitato d'affari pronto a far quattrini a palate utilizzando Carige Vita Nuova come money dispenser ma anche una costante attività di esportazioni di capitali, quelle 'sopravvenienze' create appunto con sapiente ingegneria finanziaria che hanno creato 'ingenti capitali' ormai migrati oltralpe.
Il modus operandi era più o meno sempre lo stesso: il commercialista Vallebuona, consulente di Carige, redigeva perizie specifiche sul bene da acquistare determinandone il valore della quota, e l'acquisizione veniva deliberata attraverso il cda di Carige Vita Nuova. Il valore di cessione, affermano gli investigatori, veniva gonfiato a dismisura creando così sopravvenienze eccezionali. Se n'era accorto anche l'Isvap che aveva riscontrato "aspetti di opacità" e "eccessiva onerosità di questo tipo di compravendite". Come esempio di acquisizione spicca la Balitas di Lugano che secondo gli investigatori è stata usata negli anni per "drenare risorse alle compagnie Carige Vita Nuova e Carige spa".
La Balitas di Lugano è controllata al 100% dalla Dustin svizzera che a sua volta è risultata della coniuge e prestanome di Sandro Calloni, fiduciario di Berneschi. Dunque, la Balitas, di cui Calloni è dominus attraverso la Dustin, ha orchestrato una truffa ai danni di Carige Vita nuova in relazione al'acquisizione delle quote pari al 35% della Assi 90. Il cda che autorizzò l'operazione era presieduto da Berneschi su perizia di Vallebuona che magicamente fece lievitare il valore delle quote. Su questa falsariga, tra un'acquisizione e una compravendita di alberghi, quote e società, secondo gli investigatori i componenti della banda si sarebbero creati fior di tesoretti, alcuni depositati in conti e titoli presso banche svizzere altri, come quello già sequestrato a Berneschi, addirittura direttamente in Carige: 21 milioni e 300 mila euro. Certo è che tutti i componenti di questa consorteria avevano il loro tornaconto a sei e più zeri.
E quando si rendeva necessario far transitare il contante dalla frontiera italo-elvetica non ci si faceva scrupoli a assoldare qualche 'spallone'. E' lo stesso Berneschi a chiedere a tale Luigi di aiutarlo a far passare dalla frontiera un po' di quattrini. Attività che in gioventù lo stesso commercialista Vallebuona aveva intrapreso compiendo, dice, "qualche pericolosa cazzatina". Un quadro sconfortante, dicono gli investigatori. "Non ho mai protetto Berneschi perché è sufficientemente grande per difendersi da solo, dice il presidente della Fondazione Cariplo e delle Acri, Giuseppe Guzzetti commentando l'arresto di Berneschi.
"Come Abi abbiamo un buon track record" dice il consigliere delegato di Intesa San Paolo Carlo Messina pensando al caso di Giuseppe Mussari mentre il presidente dell'Abi, Antonio Patuelli mostra "inquietudine" e "fastidio". Ma questa storia, nata da una costola di un'indagine più ampia su Banca Carige, non finisce qui. Ci sono 10 indagati per falso in bilancio e ostacolo all'attività di vigilanza nel carnet del giudice genovese, e sembra che non siano davvero gli ultimi.
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