"Vi vogliono far credere che fumare una canna è normale, che faticare a parlarsi è normale, che andare sempre oltre è normale. Qualcuno vuol soffocarvi". Lo ha detto ai giovani la madre del ragazzo suicida durante i funerali. "Diventate protagonisti della vostra vita e cercate lo straordinario. Straordinario è mettere giù il cellulare e parlarvi occhi negli occhi. Invece di mandarvi faccine su whatsapp, straordinario è avere il coraggio di dire alla ragazza sei bella invece di nascondersi dietro a frasi preconfezionate".
"Straordinario è chiedersi aiuto proprio quando ci sembra che non ci sia via di uscita. Straordinario è avere il coraggio di dire ciò che sapete. Per mio figlio è troppo tardi ma potrebbe non esserlo per molti di voi, fatelo", ha detto la donna. "Noi genitori invece di capire che la sfida educativa non si vince da soli nell'intimità delle nostre famiglie, soprattutto quando questa diventa una confidenza per difendere una facciata, non c'è vergogna se non nel silenzio: uniamoci facciamo rete", ha aggiunto. "In queste ore ci siamo chiesti perché è successo, ma a cercare i perché ci arrovelliamo. La domanda non è perché, ma come possiamo aiutarci. Fate emergere i vostri problemi", ha detto la madre ai ragazzi.
"E' stata la mamma del ragazzo a rivolgersi a noi, quella stessa mattina venendo in caserma, perché non sapeva più cosa fare. Aveva provato tante volte a cercare di convincerlo a smettere ma non sapeva più come fare". Lo dice all'ANSA il comandante provinciale della Guardia di Finanza Renzo Nisi, intervenendo sulla vicenda del ragazzo di 16 anni che si è tolto la vita a Lavagna durante la perquisizione in casa perché era stato trovato con 10 grammi di hashish.
"Un pensiero particolare va alla Guardia di Finanza. Grazie per avere ascoltato un urlo di disperazione di una madre che non poteva accettare di avere suo figlio perdersi ed ha provato con ogni mezzo di combattere la guerra contro la dipendenza prima che fosse troppo tardi". Lo ha detto la madre del ragazzo che si è ucciso a Lavagna durante i funerali ai quali hanno partecipato finanzieri in borghese. "Non c'è colpa nè giudizio nell'imponderabile e dall'imponderabile non può che scaturire linfa buona con ancora più energia per la lotta contro il male, grazie".
"Nessuno muore sulla terra finché vive nel cuore di chi resta". Recita così uno striscione appeso alla balconata della chiesa di Santo Stefano di Lavagna già strapiena dentro e fuori per il funerale del sedicenne che l'altro ieri si è tolto la vita gettandosi dalla finestra della sua abitazione mentre era in corso un controllo della Guardia di Finanza che qualche ora prima lo aveva sorpreso con della droga leggerla durante un controllo fuori dalla scuola. Tanti giovani, tanti amici della famiglia, le divise della Virtus Entella e il simbolo del gruppo folcloristico a cui il giovane apparteneva. Nei manifesti che annunciavano le esequie la famiglia ha voluto ringraziare anche la Guardia di Finanza quasi a non voler colpevolizzare i militari per quel che è successo.
Occhi lucidi e facce incredule. Un muro di persone all'ingresso della basilica di Lavagna divenuta improvvisamente piccola perché sono tante le persone che si sono strette attorno alla famiglia del giovane suicida. Sulla bara, portata a spalla in chiesa, la maglia della Virtus Entella quella con il numero 15 che indossava nel settore giovanile del club calcistico, la cosiddetta Accademy. Un altro striscione recita una frase della canzone di Francesco Guccini "Canzone per un'amica", "Voglio però ricordarti com'eri, pensare che ancora vivi..". A celebrare le esequie Don Andrea Buffoli, cappellano della Virtus Entella. "Ai ragazzi qui presenti voglio dire due cose: parlate di voi e della vostra vita, perché vuol dire farsi volere bene ed essere accolti, non abbiate paura di farlo. E la seconda cosa è noi non siamo i nostri sbagli ma siamo le nostre cose belle. Se n'è andato in modo tragico e assurdo ma voi qui testimoniate il bene che gli avete dato e che da lui avete ricevuto. Questo amore va custodito. È stato un riferimento per tanti: era una bandiera e come tutte le bandiere per essere animate hanno bisogno di vento". Ieri il padre aveva detto: "Non sono stato un bravo padre, non ho saputo capire mio figlio".
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