Hanno avuto esito negativo le ricerche dei resti di un presunto violentatore che alla fine degli anni Sessanta a Campiglia (La Spezia) avrebbe violentato una bambina di tre anni e, per questo, sarebbe stato ucciso e sepolto dal padre della piccola. A far riaprire il caso è stata quella bambina, oggi 50enne, con una confidenza a un'assistente sociale del comune della Spezia a seguito della confessione, in punto di morte, della madre della donna. L'assistente sociale ha informato il comando di polizia municipale ed è partita l'indagine. Gli agenti, in base alla testimonianza della donna, hanno solo il soprannome del presunto stupratore, un uomo allora cinquantenne, residente alla Spezia. Non hanno però ancora trovato, allo stato, riscontri né sulla sua scomparsa, né sulla sua morte. Le ricerche sono state condotte dagli agenti municipali e da operai comunali: sono stati compiuti, senza risultato, sondaggi e scavi in un'area collinare non distante dalla casa una volta occupata dalla famiglia.
Un frammento osseo, presumibilmente appartenente al presunto violentatore è stato affidato agli inquirenti chiamati a fare luce sul 'caso'. Lo ha consegnato la cinquantenne agli investigatori. La consegna del 'reperto' è avvenuta martedì sera, durante il sopralluogo effettuato dalla polizia municipale a Campiglia per perimetrare l'area in cui sarebbe stato sepolto il corpo del presunto stupratore. Secondo indiscrezioni, a consegnare il frammento osseo alla cinquantenne sarebbe stata la madre della donna che in punto di morte aveva raccontato alla figlia la vicenda. L'osso sarà analizzato: i risultati si sapranno tra pochi giorni.
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