Si profila l'aggravante della colpa cosciente per i 21 indagati nell'ambito dell'inchiesta sul crollo del ponte Morandi. Lo conferma il procuratore capo di Genova Francesco Cozzi. "La colpa cosciente - ha spiegato - è un grado di intensità della colpa, si chiama tecnicamente colpa di previsione che si configura con la rappresentazione dell'evento che si dovrebbe scongiurare, ma con l'intima certezza che si possa evitare". Ciò significa che gli indagati sapevano che il ponte poteva avere dei problemi, anche gravi come il collasso della struttura, ma erano "intimamente convinti di poter intervenire prima che questo avvenisse". "L'intima convinzione di evitare il peggio - dice Cozzi - da parte dei soggetti preposti a intervenire ha portato all'assenza di interventi, ovvero nessuno ha deciso, per esempio, di chiudere il ponte al traffico o limitarne i passaggi".
Riproduzione riservata © Copyright ANSA