La strada fatta con tubi innocenti e tavole di legno e con tratti in cemento costruita sul monte di Portofino, all'interno del parco, che doveva unire il borgo con Nozarego, Gave e Gassetta, è stata bloccata. La via in bosco, che poteva essere percorsa solo da moto e biciclette, era stata individuata per alleggerire l'isolamento di Portofino causato dalla mareggiata del 29 ottobre che ha distrutto la strada costiera che unisce la località a Santa Margherita. Il Sindaco di Portofino Matteo Viacava ha annunciato durante il Cda dell'ente parco di Portofino, che non sussistono più le condizioni di urgenza per realizzare la strada e che si impegnerà a ripristinare il sentiero.
L'annuncio è stato dato dal suo collega di Santa Margherita Ligure Paolo Donadoni, che è anche presidente dell'Ente Parco di Portofino, durante il consiglio comunale. Sulla strada indagano i carabinieri forestali e gli ambientalisti sono polemici.
"Nell'immediatezza dell'isolamento di Portofino - ha spiegato Donadoni - si sono messe in atto tutte le possibili soluzioni per permettere un minimo di collegamento alla frazione sammargheritese di Paraggi e a Portofino. Siccome la realizzazione di un passaggio pedonale sul tratto di provinciale crollato è avviata ed entro 10 giorni sarà completata e siccome è stato attivato e messo in sicurezza il collegamento Portofino Vetta - Portofino Mare, la terza soluzione è stata abbandonata dal comune di Portofino. L'ente parco ne ha preso atto".
"Io credo che dall'indagine dei carabinieri forestali verrà fuori la vera ragione per cui è stato cementificato il sentiero nel parco del Monte di Portofino. Perchè la scusante dell'emergenza dovuta all' isolamento di Portofino non è oggettivamente credibile". Lo ha detto all'ANSA il presidente di Italia Nostra Genova, Ermete Bogetti, commentando la decisione del sindaco di Portofino di bloccare i lavori della strada Nozarego-Gave-Gassetta realizzata con impalcature e gettate di cemento nel bosco del parco, tutelato da rigide regole paesaggistiche. Dalle ricognizioni di ambientalisti e forestali (altre associazioni sono in allarme) è emerso tra l'altro, come riportato da alcuni quotidiani, che sono in corso lavori di ristrutturazione in alcune case nei pressi della strada cementificata. Tra questi un capannone agricolo e una abitazione che sarebbe in vendita. Da chiarire, inoltre, secondo gli avventori del parco protetto, eventuali collegamenti tra i cantieri e i "benefattori" che hanno pagato di tasca loro i lavori sulla strada, con "erogazioni liberali", subito dopo l'emergenza per la mareggiata. Ma Italia Nostra ha una priorità diversa: "L'unica cosa che attendiamo ora - spiega Ermete Bogetti - è che tolgano tutto, non solo i tubi innocenti ma anche tutto il cemento che è stato steso per diverse centinaia di metri sul sentiero. Devono togliere fino all'ultimo granello di cemento".
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