Folto pubblico e applausi calorosi al
Teatro Carlo Felice per la prima di "Don Pasquale" di Donizetti.
Platea soddisfatta, ma spettacolo assai discutibile tanto sotto
l'aspetto visivo, quanto sul piano musicale. I registi e
scenografi Barbe & Doucet hanno ambientato l'azione nella Roma
anni Sessanta: lì Don Pasquale gestisce una pensione fatiscente.
L'idea registica è illustrata durante l' Ouverture attraverso la
proiezione di immagini che riprendono la moda dei fotoromanzi
dell'epoca. Ne viene fuori un'azione confusa, disordinata con
troppe comparse in scena (personale della pensione, affittuari)
che disturbano la musica senza aggiungere nulla di interesse da
rendere la scelta sostenibile. Un vero peccato perché senza
"toccare" nulla dell'impostazione voluta da Donizetti e dal
librettista Ruffini, l'opera è ricchissima di spunti ironici e
divertenti che non richiedono invenzioni. La lettura musicale
del direttore Alvise Casellati è apparsa poco attenta alla
eleganza donizettiana.
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