Lui, Roberto Prosseda, è un pianista
'umano', con le consuete dieci dita che corrono veloci sulla
tastiera. L'altro, Teotronico, è un pianista robot, con 53 dita
che consentono senza alcun movimento di coprire altrettanti
tasti di un pianoforte, dal Do#2 al Mi6. L'inconsueto duo ha
dato vita nel pomeriggio del 7 aprile al Teatro Sociale di
Camogli a un divertente concerto che si è sviluppato tra parole
e musiche in un confronto continuo che ha affrontato anche temi
importanti come l'interpretazione, l'esigenza filologica, la
libertà dell'esecutore. In frac, sopracciglia, occhi e bocca
luminosi blu, Teotronico - che ha eseguito musiche di Chopin,
Mozart e Scarlatti - è un robot in progress che è partito da
poche dita per ampliare le proprie potenzialità: la prospettiva
è di arrivare a 88 dita per coprire l'intera tastiera e poter
quindi affrontare qualsiasi repertorio.
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