/ricerca/ansait/search.shtml?tag=
Mostra meno

Se hai scelto di non accettare i cookie di profilazione e tracciamento, puoi aderire all’abbonamento "Consentless" a un costo molto accessibile, oppure scegliere un altro abbonamento per accedere ad ANSA.it.

Ti invitiamo a leggere le Condizioni Generali di Servizio, la Cookie Policy e l'Informativa Privacy.

Puoi leggere tutti i titoli di ANSA.it
e 10 contenuti ogni 30 giorni
a €16,99/anno

  • Servizio equivalente a quello accessibile prestando il consenso ai cookie di profilazione pubblicitaria e tracciamento
  • Durata annuale (senza rinnovo automatico)
  • Un pop-up ti avvertirà che hai raggiunto i contenuti consentiti in 30 giorni (potrai continuare a vedere tutti i titoli del sito, ma per aprire altri contenuti dovrai attendere il successivo periodo di 30 giorni)
  • Pubblicità presente ma non profilata o gestibile mediante il pannello delle preferenze
  • Iscrizione alle Newsletter tematiche curate dalle redazioni ANSA.


Per accedere senza limiti a tutti i contenuti di ANSA.it

Scegli il piano di abbonamento più adatto alle tue esigenze.

De Andrè e Pfm, è ancora emozione in film Veltroni

De Andrè e Pfm, è ancora emozione in film Veltroni

Nelle sale live ritrovato del '79. D. Ghezzi, c'era naturalezza

MILANO, 12 febbraio 2020, 17:09

Redazione ANSA

ANSACheck

- RIPRODUZIONE RISERVATA

- RIPRODUZIONE RISERVATA
- RIPRODUZIONE RISERVATA

"Fabrizio De André e PFM. Il concerto ritrovato", ha una storia unica e affascinante come, del resto, il suo protagonista. Il documentario del concerto che Faber tenne con la Premiata Forneria Marconi a Genova il 3 gennaio del 1979, con la regia di Walter Veltroni, quasi miracolosamente si potrà vedere in 370 sale cinematografiche italiane il 17, 18 e 19 febbraio prossimi.
    Sono le uniche immagini di quella tournée che sono tornate alla luce grazie a un'intuizione del batterista della Pfm, Franz Di Cioccio ("io non compaio, ma non me ne frega niente, l'importante è che tutti possano vederlo", ha detto).
    Il documentario ha emozionato Dori Ghezzi, vedova di De Andrè, che pure gli si era avvicinata con un poco di timore: "In realtà - ha spiegato - ho scoperto che su quel palco c'era quella naturalezza, che forse deriva dalla consapevolezza di non essere ripresi e quindi non c'era la necessità di fare del proprio meglio ma lo facevano per il piacere di farlo".
   

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

Da non perdere

Condividi

O utilizza